Analisi dell’ acqua in piscina: cosa bisogna sapere
8 agosto 2025

Analisi dell’ acqua in piscina: cosa bisogna sapere

Tra tutti gli aspetti da curare quando si possiede una piscina, il controllo della qualità dell’acqua è senza dubbio uno dei più importanti.

Questo contenuto ti guiderà passo dopo passo a comprendere perché l’analisi dell’acqua non è solo una buona abitudine, ma un’azione necessaria. Prima ancora di spiegarti come si effettua l’analisi, bisogna entrare nel merito del perché bisogna farla.

Le basi chimiche dell’analisi dell’acqua

Equilibrio dell’acqua

A occhio nudo può sembrare sempre la stessa, eppure l’acqua della piscina è un sistema chimico in costante evoluzione che tende ad un equilibrio ideale dei sali minerali in essa disciolti, in particolare il carbonato di calcio (CaCO₃). Il nome di questo equilibrio è saturazione.

Se i sali minerali disciolti sono troppo pochi, l’acqua è sottosatura e diventa corrosiva. In pratica, per raggiungere l’equilibrio ideale di minerali disciolti, li cerca nelle superfici con cui entra in contatto, corrodendole: prima intacca le fughe tra le piastrelle, poi arriva a corrodere elementi metallici come scalette, pompe e scambiatori di calore. Anche i rivestimenti in PVC o liner non sono al sicuro.

Un'acqua sovrasatura, si comporta nel modo opposto: essendo troppo ricca di minerali, li rilascia sotto forma di incrostazioni calcaree. Queste si depositano sulle superfici della piscina, nelle tubature e nei filtri, rendendo l’acqua torbida e compromettendo l’efficienza dell’intero impianto.

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L’Indice di Langelier (LSI): la bussola per l’equilibrio chimico dell’acqua

Per capire se l’acqua della tua piscina tenderà a corrodere o a formare incrostazioni, il metro di misurazione più celebre è l’Indice di Saturazione di Langelier (LSI) detto anche Equilibrio di Taylor. Si tratta di un calcolo matematico che non misura lo stato attuale dell’acqua, ma la sua tendenza a comportarsi in modo corrosivo o incrostante, ossia se l’acqua è più o meno portata a sciogliere o depositare carbonato di calcio.

I parametri chiave dell’analisi dell’acqua in piscina

Il LSI si basa su cinque parametri fondamentali:

  • pH. Determina l’acidità o basicità dell’acqua. È direttamente collegato alla solubilità del carbonato di calcio.
  • Alcalinità totale (TAC). Indica la capacità dell’acqua di resistere ai cambiamenti di pH. Un buon livello di alcalinità stabilizza l’equilibrio e ha un ruolo decisivo nel calcolo dell’LSI.
  • Durezza calcica (CH). Rappresenta la quantità di calcio disciolto. È importante conoscerla per prevenire danni o incrostazioni alla piscina.
  • Temperatura. Più l’acqua è calda, meno riesce a trattenere il carbonato di calcio. Per questo il rischio di incrostazioni aumenta con la temperatura.
  • Solidi disciolti totali (TDS). Rappresentano la quantità complessiva di sali e residui nell’acqua.

La formula dell’LSI


LSI = pH + TF + HF + AF – 12.5

Dove:

  • TF è il fattore di temperatura
  • HF è il fattore di durezza calcica
  • AF è il fattore di alcalinità

 

Tutti questi valori si ricavano da tabelle standard.

Come interpretare l’indice Di Langelier?

  • LSI < 0 → l’acqua è corrosiva (sottosatura): tenderà ad aggredire superfici e impianti.
  • LSI = 0 → l’acqua è in equilibrio: non corrode né incrosta.
  • LSI > 0 → l’acqua è incrostante (sovrasatura): tende a rilasciare calcio, formando depositi.

Qual è il valore ideale dell’indice di Langelier?

L’obiettivo teorico è LSI = 0, ma nella pratica è molto difficile da ottenere. È considerato accettabile un intervallo compreso tra -0.3 e +0.3, entro cui l’acqua resta relativamente stabile.

Il bilanciamento dell’acqua: una sfida a più variabili

Raggiungere e mantenere l’equilibrio indicato dall’LSI richiede una gestione integrata. Non si può intervenire su un solo parametro senza valutare l’impatto sugli altri.

Ad esempio, se correggi un valore basso di LSI alzando la durezza calcica, potresti involontariamente renderlo troppo positivo se anche pH e alcalinità sono già alti.

Questo rende evidente quanto l’equilibrio chimico dell’acqua sia delicato e interconnesso, e quanto l’LSI sia utile per la valutazione a 360 gradi della situazione dell’acqua in piscina.

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Analisi acqua piscina: parametri essenziali

pH (Potenziale Idrogeno)

Tra tutti i parametri da monitorare, il pH (potenziale idrogeno) è quello che più di ogni altro influenza l’equilibrio dell’acqua. Misura quanto l’acqua è acida o basica su una scala che va da 0 a 14, con 7 come punto neutro. Attenzione: la scala è logaritmica, quindi ogni punto di differenza rappresenta un cambiamento di acidità o basicità dieci volte superiore.

Perché è importante misurare il pH dell’acqua in piscina?

Il pH impatta praticamente ogni aspetto della manutenzione della piscina:

  • Efficacia del cloro. Il pH influisce direttamente sulla capacità disinfettante del cloro. A valori più bassi, il cloro è molto attivo ma l’acqua rischia di diventare corrosiva. A valori più alti, il cloro perde efficacia.
  • Comfort dei bagnanti. Un pH troppo basso o troppo alto può irritare occhi, pelle e mucose. Il valore ideale è vicino a 4.
  • Protezione degli impianti. Se il pH scende sotto 7, l’acqua diventa acida e corrosiva. Se supera 7.8, aumenta il rischio di incrostazioni di calcio su superfici e attrezzature.
  • Trasparenza dell’acqua. Un pH eccessivamente alto può rendere l’acqua più torbida.

Qual è il pH ideale in piscina?

Il valore raccomandato nelle piscine private è compreso tra 7.2 e 7.6. Questo range rappresenta il miglior compromesso tra disinfezione efficace, protezione degli impianti e benessere di chi utilizza la piscina. 

Cloro

Il cloro è il disinfettante per piscine più popolare grazie alla sua efficacia nell’eliminare batteri, virus, alghe e altri microrganismi potenzialmente pericolosi. Inoltre, ha la capacità di neutralizzare i contaminanti organici introdotti dai bagnanti, come sudore, oli e cosmetici.

Le tre forme del cloro in piscina: FC, CC, TC

Per una corretta gestione, è essenziale capire che non tutto il cloro presente in acqua è uguale. Le sue forme principali sono:

  • Cloro libero (Free Chlorine, FC). È il cloro che ha ruolo attivo nella disinfezione dell’acqua. È il parametro più importante da monitorare per assicurarti che l’acqua sia sicura.
  • Cloro combinato (Combined Chlorine, CC). Si forma quando il cloro libero reagisce con sostanze azotate, ad esempio urina e sudore. Questo tipo di cloro, noto anche come clorammine, ha un potere disinfettante molto ridotto ed è responsabile del tipico odore di cloro. Si calcola sottraendo il cloro libero da quello totale (CC = TC - FC).
  • Cloro totale (Total Chlorine, TC)
    È la somma di cloro libero e combinato (TC = FC + CC). Misurarlo da solo non basta: serve sempre conoscere anche il livello di cloro libero per valutare se l’acqua è davvero ben disinfettata.

Quanto cloro serve in piscina?

  • Cloro libero: Per le piscine private, il valore consigliato è tra 1.0 e 1.5 ppm. In condizioni particolari (come uso di elettrolisi salina, sole intenso o affollamento di bagnanti), si può salire fino a 2.0-4.0 ppm, purché il livello resti costante e controllato.
  • Cloro combinato: Va mantenuto il più basso possibile, meglio sotto 0.4 ppm. In ogni caso non bisogna mai superare gli 0.6 ppm.

Alcalinità Totale (TAC - Titolo Alcalimetrico Completo)

L’alcalinità totale, spesso indicata come TAC o Titolo Alcalimetrico Completo, misura la quantità complessiva di sostanze alcaline disciolte nell’acqua come carbonati, bicarbonati e idrossidi. Senza un buon livello di alcalinità, il pH della piscina diventerebbe imprevedibile. La TAC si esprime in ppm (mg/l) di carbonato di calcio equivalente.

Perché l’alcalinità dell’acqua in piscina è importante?

Se il TAC esce dai valori consigliati, si va incontro ad una serie di problematiche:

  • TAC troppo bassa (< 80 ppm)
    Il pH diventa instabile, soggetto a oscillazioni improvvise e difficili da gestire.
  • TAC troppo alta (> 150-175 ppm)
    L’alcalinità elevata rende il pH difficile da abbassare, anche con aggiunte consistenti di acido.

Qual è il range ottimale per la TAC?

Per la maggior parte delle piscine private è consigliabile mantenere l’alcalinità totale tra 100 e 150 ppm.

Durezza Calcica (Calcium Hardness, CH)

La durezza calcica, indicata come CH (Calcium Hardness), misura la quantità di ioni calcio (Ca²⁺) disciolti nell’acqua della piscina. Si esprime in ppm (mg/l) di CaCO equivalente, e rappresenta una delle componenti della durezza totale (che comprende altri elementi chimici come per esempio il magnesio).

La durezza calcica può essere espressa anche in gradi francesi (°f), con una semplice equivalenza: 1 °f ≈ 10 ppm di CaCO₃.

Perché la durezza calcica è così importante?

Il calcio disciolto riduce l’”aggressività” dell’acqua, di conseguenza aiuta ad allungare la vita della piscina. Ma solo se è presente nella giusta quantità.

  • CH troppo bassa (< 150-175 ppm)
    L’acqua povera di calcio diventa aggressiva e intacca i componenti della piscina con cui viene in contatto.
  • CH troppo alta (> 300-400 ppm)
    L’acqua troppo dura tende a formare incrostazioni di carbonato di calcio. Questi depositi possono intorbidire l’acqua, aderire a pareti e fondo, e ostruire impianti e filtri, causando potenzialmente dei danni.

Qual è il range ottimale della durezza calcica?

Per la maggior parte delle piscine, il valore ideale di durezza calcica si colloca tra 175 e 300 ppm.

Solidi Disciolti Totali (Total Dissolved Solids, TDS)

Il TDS (Total Dissolved Solids) rappresenta la quantità totale di sostanze disciolte nell’acqua della piscina. Parliamo di sali minerali come calcio, magnesio, sodio, ma anche di carbonati, bicarbonati, cloruri, solfati, residui di prodotti chimici e altri contaminanti. In pratica, se tu facessi evaporare tutta l’acqua della piscina, il TDS corrisponderebbe al residuo che rimarrebbe nel fondo della vasca. Il valore del TDS si misura in ppm (mg/l).

Perché monitorare il TDS in piscina?

Nel tempo, il livello di TDS tende naturalmente ad aumentare, a causa dell’evaporazione (che lascia i sali nell’acqua), dell’uso di prodotti chimici e naturalmente dell’utilizzo della piscina da parte dei bagnanti. Se il TDS diventa troppo elevato, possono insorgere diversi problemi:

  • Riduzione dell’efficacia del cloro
  • Torbidità dell’acqua
  • Corrosione

Qual è il limite accettabile del TDS?

Per le classiche piscine private, si consiglia di mantenere il TDS a meno di 2000 ppm sopra il valore dell’acqua di riempimento iniziale. Ad esempio, se l’acqua del rubinetto contiene 300 ppm di TDS, il valore massimo tollerabile in vasca sarà di circa 2300 ppm.

Attenzione: questo limite non si applica alle piscine con elettrolisi salina, che lavorano con livelli molto più alti di sale (tra 3000 e 4500 ppm). In quel caso, si controlla il livello specifico di cloruro di sodio (NaCl) più che il TDS totale.

Come si abbassa il TDS?

Se il livello è troppo alto, si svuota parzialmente la piscina e si reintegra con acqua nuova e fresca.

Acido cianurico (CYA): sostanza parasole per il cloro

L’acido cianurico (CYA) è un composto chimico utilizzato nelle piscine all’aperto per proteggere il cloro libero dai raggi UV del sole. Senza questa protezione, il cloro esposto alla luce solare può degradarsi in poche ore, rendendo necessario un reintegro continuo. Il CYA viene introdotto principalmente tramite prodotti a base di cloro stabilizzato, come dicloro e tricloro. Nelle piscine coperte o al chiuso, invece, non serve e non è consigliato.

Perché l’acido cianurico va usato con attenzione?

Più CYA è presente in piscina, più lentamente il cloro agisce contro batteri, virus e alghe. Se ce n’è troppo, il cloro diventa sostanzialmente inutile.

Inoltre, l’acido cianurico non si consuma né si degrada: tende ad accumularsi nel tempo, e l’unico modo per ridurlo è svuotare parte dell’acqua della piscina.

Qual è il range ottimale di acido cianurico in piscina?

Per piscine esposte al sole, il livello ideale di CYA si colloca tra 25 e 40 ppm. È importante evitare che superi i 70 ppm, soglia oltre la quale l’efficacia del cloro si riduce drasticamente.

Una nota importante: più alto è il CYA, più cloro libero serve per mantenere la stessa capacità disinfettante. È quindi importante intervenire in modo tempestivo per mantenere sempre un equilibrio tra le due sostanze.

Strumenti di analisi dell’acqua in piscina

Esistono diversi strumenti per analizzare l’acqua delle piscine, dai metodi più semplici e veloci a strumenti digitali di ultima generazione. Ogni sistema ha i suoi vantaggi, limiti e ambiti di utilizzo. Sceglierlo con consapevolezza ti aiuterà a gestire meglio la piscina.

Strisce reattive

Uno dei modi più semplici e veloci per controllare l’equilibrio chimico della piscina è l’uso delle strisce reattive, dette anche strisce analitiche. Questi piccoli strumenti hanno dei pad chimici incorporati che cambiano colore a contatto con l’acqua, permettendoti di rilevare in pochi secondi diversi parametri fondamentali.

Come si usano le strisce reattive?

Il funzionamento è semplicissimo: immergi la striscia per un attimo nell’acqua, aspetti tra i 15 e i 30 secondi, quindi confronti i colori che appaiono sui pad con la scala cromatica stampata sul contenitore. Ogni colore corrisponde a un valore chimico specifico.

Cosa misurano le strisce reattive?

Le strisce in genere ti permettono di analizzare:

  • pH
  • Cloro libero (FC), Cloro Totale (TC) e Cloro combinato (CC).

Le versioni più avanzate includono anche:

  • Alcalinità totale (TAC)
  • Durezza calcica (CH)
  • Acido cianurico (CYA)

Quali sono i vantaggi e i limiti delle strisce reattive?

Le strisce reattive sono semplici e rapide da usare anche per chi è alle prime armi, e hanno un costo contenuto.

Inoltre, permettono di controllare più parametri contemporaneamente: l’ideale per una verifica rapida e frequente dello stato dell’acqua.

Accanto ai vantaggi, questo metodo ha anche dei limiti. Le strisce sono meno precise rispetto ad altre soluzioni analitiche, perché la lettura del colore può essere influenzata dalla luce ambientale e dalla percezione soggettiva dell’utente. I pad chimici possono deteriorarsi facilmente se esposti all’umidità, perdendo efficacia. Per questo motivo, le strisce non sono adatte a regolazioni di precisione o diagnosi approfondite.

Kit con reagenti liquidi o in pastiglie: il test classico, più preciso

I kit con reagenti liquidi o in pastiglie, noti anche come pool tester o kit a gocce, sono tra i metodi più diffusi per analizzare l’acqua in piscina. Funzionano tramite un comparatore visivo, una piccola scatola trasparente con provette e una scala colorimetrica stampata. Basta prelevare un campione di acqua, aggiungere il reagente (in forma liquida o in pastiglia), agitare o attendere la dissoluzione, e poi confrontare il colore ottenuto con quello della scala di riferimento.

Quali sono i test con reagenti più dffusi?

I reagenti più comuni sono:

  • Rosso fenolo (Phenol Red), usato per misurare il pH
  • DPD (N,N-dietil-p-fenilendiammina), usato per misurare il cloro

Nel caso del cloro, il sistema DPD permette di distinguere tra le sue diverse forme:

  • DPD1 misura il cloro libero (FC).
  • DPD3, aggiunto dopo il DPD1, rileva il cloro combinato (CC).
  • DPD4 misura il cloro totale (TC). Il cloro combinato si calcola per differenza: CC = TC - FC

Alcuni kit datati o economici utilizzano il reagente Orto-Tolidina (OTO), che colora l’acqua di giallo e misura solo il cloro totale, senza distinguere tra le sue componenti. Questo metodo è meno preciso e meno informativo, ed è oggi sconsigliato a favore del sistema DPD.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei kit di analisi piscina?

Questi strumenti offrono una maggiore accuratezza rispetto alle strisce reattive, ma richiedono più abilità nell’uso: i reagenti devono essere dosati con precisione e conservati secondo le specifiche indicate dal produttore. Anche in questo caso, può esserci un margine di ambiguità nella lettura del colore, che può essere influenzata dalla luce o dalla soggettività dell’utente. 

Tester digitali per analisi dell’acqua

Se cerchi accuratezza, praticità e dati oggettivi, i tester digitali rappresentano il livello più evoluto tra i sistemi di analisi per piscina. Disponibili in due principali categorie, fotometri/colorimetri digitali e misuratori a sonda, forniscono risultati rapidi e facili da interpretare.

Fotometri digitali: un kit automatizzato

I fotometri (o colorimetri digitali) utilizzano gli stessi principi dei kit tradizionali a gocce, ma automatizzano la lettura del colore tramite un sensore ottico. Dopo aver trattato un campione con un reagente, lo si inserisce nel dispositivo, che misura l’intensità della colorazione facendo passare un raggio di luce attraverso il liquido. Il risultato appare immediatamente sul display sotto forma di valore numerico.

A seconda del modello, questi strumenti possono analizzare vari tipi di parametri.

I principali vantaggi di questi strumenti sono la precisione e l’oggettività della lettura. Rispetto ai test manuali, presentano un costo iniziale più elevato, richiedono comunque l’uso di reagenti (che hanno una scadenza), e necessitano di manutenzione periodica.

Misuratori digitali a sonda: analisi istantanea

I misuratori a sonda, o con elettrodi, permettono di analizzare l’acqua immergendo direttamente la sonda nella piscina.

Rispetto alle altre tipologie di strumenti, offrono 3 vantaggi evidenti:

  • Non richiedono l’uso di reagenti
  • Forniscono dati immediati
  • Si possono utilizzare per controlli frequenti.

Di contro, ogni sonda è in genere dedicata a un solo parametro o a pochi correlati, e necessita di manutenzione specifica. Le sonde hanno inoltre una durata limitata e devono essere sostituite periodicamente.

Va sottolineato che questi dispositivi non misurano tutti i parametri. Per conoscere lo stato di alcalinità, durezza calcica o acido cianurico della piscina rimangono indispensabili i metodi basati su reagenti.

Tecniche di campionamento dei test

Al di là del tipo di strumento utilizzato, quello che fa la differenza in termini di affidabilità dei risultati è la corretta esecuzione del test. Ma quali sono le fasi da seguire?

  1. Pulizia del materiale
    Quando sono previsti, i contenitori dei fotometri e le provette devono essere sempre sciacquati con l’acqua della piscina prima e dopo ogni analisi. Questo passaggio previene contaminazioni che potrebbero falsare i risultati.
  2. Prelievo del campione di acqua
    Il campione si preleva a una profondità di circa 30–40 cm, lontano dalle bocchette. Si utilizza un contenitore pulito (spesso i kit contengono già le provette pronte all’uso).
  3. Gestione dei reagenti
    Mai toccare i reagenti: potrebbero perdere la loro efficacia. Bisogna fare attenzione alla data di scadenza e conservare i reagenti in un luogo fresco, asciutto e lontano dalla luce diretta del sole.
  4. Lettura dei risultati
    I tempi contano: bisogna leggere i valori entro l’intervallo indicato dal produttore. Un’attesa troppo lunga o troppo breve può alterare i colori e portare a valutazioni errate.
  5. Rispetto delle istruzioni
    Ogni kit o strumento ha le sue particolarità. Per questo è importante seguire attentamente le istruzioni.

 

Ogni quanto si fa il test dell’acqua della piscina?

Tempistiche per pH e cloro libero
Vanno controllati almeno 2–3 volte a settimana. Se la piscina è molto utilizzata, se fa molto caldo, dopo forti piogge o in presenza di acqua torbida o alghe, è consigliabile un controllo quotidiano.

Tempistiche per Alcalinità totale (TAC)
In generde è sufficiente una volta a settimana, o più spesso se il pH è instabile.

Tempistiche per durezza calcica e acido cianurico (CYA)
Sono parametri più stabili, da controllare una volta al mese, in particolare nelle piscine all’aperto. È buona prassi verificarli all’inizio della stagione e poi periodicamente, per prevenire accumuli o carenze.

Tempistiche per solidi disciolti totali (TDS)
È sufficiente analizzarli ogni 2–3 mesi, o quando sospetti un accumulo eccessivo.

Analisi o monitoraggio? Due approcci complementari per il controllo dell’acqua in piscina

I termini “analisi” e “monitoraggio” indicano due pratiche distinte per il mantenimento della qualità dell’acqua.

  • Con “analisi” si intende un controllo dei parametri chimici dell’acqua eseguito in un momento specifico per ottenere una vera e propria “fotografia” dello stato dell’acqua. Ciò significa che possono passare giorni, settimane, o in alcuni casi interi mesi, tra un’analisi e l’altra.
  • Il “monitoraggio” si riferisce invece a un’attività costante di controllo della piscina.

A differenza dell’analisi, l’obiettivo del monitoraggio è:

  • Tracciare l’andamento nel tempo dei valori chiave
  • Rilevare tempestivamente eventuali anomalie
  • Effettuare correzioni rapide

Il monitoraggio di solito viene automatizzato grazie a sensori specifici.

Monitoraggio e sistemi di dosaggio automatico

La gestione della chimica dell’acqua può diventare semplice, precisa e costante se al monitoraggio costante si affiancano ai sistemi di dosaggio automatico. Sempre più proprietari di piscine scelgono di integrare queste tecnologie per mantenere in automatico i livelli ideali dei parametri principali, riducendo al minimo gli interventi manuali e migliorando la stabilità dell’acqua nel tempo. 

Quali sono i componenti un sistema di controllo automatico dell’acqua della piscina?

Un impianto di monitoraggio e dosaggio automatico per piscina si basa su tre componenti fondamentali: sonde, controller e pompe dosatrici.

Sensori (Sonde)
Vengono installati nel circuito di filtrazione, in un punto dove il flusso dell’acqua sia costante. Monitorano in tempo reale alcuni parametri chiave:

  • Sonda pH: rileva il valore di pH dell’acqua, per mantenerlo entro il range ottimale.
  • Sonda ORP (Potenziale Redox): misura l’attività ossidante complessiva dell’acqua, cioè l’efficacia della disinfezione. L’ORP dipende dal cloro libero ma anche dal pH: a parità di cloro, un pH più basso corrisponde a un ORP più elevato.
  • Sonda amperometrica (cloro libero in ppm): presente nei sistemi più evoluti, misura direttamente la concentrazione di cloro libero.

Controller (Centralina di regolazione)
È il cervello del sistema. La centralina riceve i dati dalle sonde, li confronta con i valori obiettivo (set point) definiti dall’utente, e decide automaticamente se è necessario intervenire. In base alle deviazioni rilevate, invia il comando alle pompe dosatrici per aggiustare i valori.

Pompe dosatrici
Queste pompe aspirano i prodotti chimici liquidi da apposite taniche e li immettono nel circuito dell’acqua.

Tipologie di Pompe Dosatrici

Esistono due tipi principali di pompe utilizzate nell’autodosaggio in piscina.

Pompe peristaltiche

Funzionano tramite rulli rotanti che schiacciano progressivamente un tubicino flessibile, spingendo il liquido al suo interno. Sono autoadescanti, cioè riescono a pompare anche se il tubo inizialmente è vuoto. Inoltre, sono adatte anche a pressioni basse. Questo è uno dei motivi che le rende particolarmente adatte alle piscine private.

Pompe Elettromagnetiche (a Membrana o a Pistone)

Utilizzano un elettromagnete per far muovere avanti e indietro una membrana o un pistone, creando un'azione di pompaggio. Possono gestire pressioni più elevate e generalmente richiedono meno manutenzione sulla testa della pompa, ma potrebbero non essere autoadescanti.

Regolazione automatica: come funziona e cosa sapere prima dell’installazione in piscina

I sistemi automatici per il dosaggio dei prodotti chimici in piscina operano in modo continuo e intelligente. Le sonde misurano i valori, il controller li confronta con i set point impostati, e le pompe dosatrici rilasciano gli additivi necessari per riportare l’acqua entro i parametri desiderati.

Quali sono i vantaggi del monitoraggio e dosaggio automatico dell’acqua in piscina?

Installare un sistema di dosaggio automatico porta con sé numerosi benefici:

  • Costanza dei valori. Il pH e il livello di disinfettante rimangono più stabili rispetto agli aggiustamenti manuali sporadici.
  • Comodità. Si riduce al minimo l’esigenza di test manuali e diminuisce la necessità di intervenire per il rilascio degli additivi necessari.
  • Efficienza e risparmio. Il sistema dosa solo ciò che serve, evitando sprechi.
  • Migliore qualità dell’acqua. L’acqua in piscina sarà più limpida, sicura e gradevole.
Cosa considerare prima e dopo l’installazione?

Nonostante i vantaggi, l’automazione richiede attenzione e consapevolezza per funzionare davvero in modo efficace.

  • È importante installare il sistema nel punto giusto dell’impianto idraulico, seguendo le istruzioni del produttore, per stabilire la corretta posizione delle sonde e il punto d’iniezione dei prodotti chimici.
  • L’investimento iniziale non è trascurabile, poiché il sistema completo (controller, sonde, pompe) ha un costo che va valutato in base al tipo e alla dimensione della piscina.
  • La manutenzione delle sonde è il punto più delicato: devono essere pulite e calibrate regolarmente per ottenere letture corrette, altrimenti il sistema rischia di dosare in modo errato. Le sonde hanno una durata limitata (1–3 anni) e vanno sostituite quando non sono più affidabili.
  • È importante sapere che si tratta di un’automazione parziale: il sistema non controlla tutti i parametri dell’acqua, come alcalinità, durezza, acido cianurico e TDS, che vanno ancora gestiti manualmente per garantire un bilanciamento completo.
  • Anche con il sistema in funzione, è consigliabile eseguire lo stesso delle verifiche manuali una tantum con un kit affidabile, per controllare che tutto funzioni come previsto.

Elmec Technology: soluzioni automatiche per la regolazione del pH e del cloro in piscina

Elmec Technology propone una gamma completa di sistemi automatici per la gestione dei parametri chimici dell’acqua in piscina, ideali sia per impianti privati che per applicazioni professionali. I dispositivi sono suddivisi in tre linee principali, una economica con pompe peristaltiche, una automatizzata con pompe peristaltiche e una con pompe elettromagnetiche, e coprono diverse esigenze, dalla regolazione del pH alla disinfezione con cloro, ossigeno attivo o altri trattamenti. Tutti i sistemi sono forniti con tutte le componenti per l’installazione e l’uso immediato.

Sistemi di dosaggio con pompe peristaltiche

Linea economica

pH.ECO
Sistema compatto progettato per la regolazione automatica del pH nelle piscine private. Integra una pompa peristaltica da 2 l/h e un misuratore pH in un contenitore impermeabile, sicuro e facile da installare. L’elettronica previene i sovradosaggi, rendendolo adatto anche a impianti con elettrolisi salina.

RX.ECO
Pensato per la regolazione automatica del cloro tramite misurazione Redox (ORP). Integra una pompa peristaltica da 2 l/h con controllo elettronico proporzionale. Il misuratore è montato in un contenitore IP65 con display digitale, ideale per piscine interne o coperte.

DOS.ECO
Sistema programmabile per il dosaggio automatico di disinfettanti vari (cloro liquido, ossigeno attivo, acido, ecc.). Permette dosaggi da 1 a 999 ml, anche su base oraria, e include pompa peristaltica separata dall’elettronica per una maggiore durata. Adatto a piscine con trattamento a raggi UV.

PH.DOS
Sistema completo che combina la regolazione automatica del pH con il dosaggio di disinfettanti. Dotato di due pompe peristaltiche da 2 l/h indipendenti e protette da contenitore IP65. Ideale per impianti che richiedono dosaggi a bassa portata e continua regolazione.

 

Linea Automatizzata con display retroilluminato

PH.DIGIT
Regola automaticamente il pH, è pensato per piscine con elettrolisi salina. Compatto e montato su pannello, è dotato di pompa peristaltica da 3 l/h e funzioni evolute: dosaggio proporzionale, blocco sovradosaggio, diagnostica sonda e protezione con password.

RX.DIGIT
Controlla il livello di cloro tramite Redox in modo automatico e preciso. Ideale per vasche coperte, è dotato di pompa peristaltica da 3 l/h con componenti in acciaio inox e doppi cuscinetti per una lunga durata. Il sistema include gestione proporzionale e sicurezze integrate.

DB.DIGIT
Sistema integrato per la regolazione simultanea di pH e cloro, particolarmente adatto per piscine interne. Montato su pannello e protetto da custodia IP65, include due pompe peristaltiche indipendenti (2 l/h per pH e 3 l/h per cloro), diagnostica sonde, programmazione protetta, e materiali resistenti per offrire la massima affidabilità anche in condizioni critiche.

Linea Digit Plus

Elmec Technology rilascerà una nuova generazione di sistemi con display touch screen per un’interfaccia ancora più intuitiva e accessibile, pensata per portare l’automazione della piscina a un livello superiore, unendo semplicità d’uso e controllo evoluto.

Sistemi di dosaggio a pompa elettromagnetica

DB.PRO 55
Sistema professionale completo per la regolazione automatica di pH e cloro, adatto a piscine di ogni tipo. Include due pompe elettromagnetiche indipendenti in PVDF e teflon, montate su pannello con struttura IP65 e display retroilluminato. Il sistema offre regolazione proporzionale, funzione stand-by, allarmi visivi e sonori, e una camera di circolazione completa di sonde e sensori di livello, già preassemblata e pronta all’uso (pannello 40x60 cm).

Perché scegliere un sistema di monitoraggio e analisi automatico Elmec Technology?

  • Controllo costante e preciso dei valori dell’acqua in piscina
  • Riduzione degli interventi manuali
  • Minore consumo di prodotti chimici
  • Maggiore durata dei componenti grazie a design separato e materiali resistenti
  • Facilità di installazione e gestione

Sia che tu gestisca una piscina privata, coperta o all’aperto, sia che cerchi una soluzione più professionale, Elmec offre una linea completa per un’analisi dell’acqua della tua piscina in tempo reale, con rilascio in tempo reale degli elementi chimici necessari per mantenerla pulita, trasparente e gradevole.

Contattaci per una consulenza.

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